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ITALIA-GIAPPONE E RITORNO
34.000 km in moto in due mesi

 

Nel 2009 ho compiuto un viaggio fino in Mongolia; giunto in quel paese, prima ancora di iniziare la lunga strada del ritorno, mi venne in mente di come sarebbe bello non fermarsi alla Mongolia, ma proseguire, fino all’Oceano Pacifico, fino a Vladivostok e magari oltre.
Il progetto di questo viaggio nasce da lì, da quel pensiero nella steppa mongola.
L’episodio è raccontato nel mio libro “Fino in Mongolia! 25.000 km in moto attraverso la Via della Seta e la Siberia” (stesso editore, 2010), a pag. 120.

Poi, nei due anni fino alla partenza, ho modificato questo progetto e, invece di “saltare” (con l’aereo) da Vladivostok al Nordamerica, ho deciso di arrivare (col traghetto) fino in Giappone. Dal Giappone ho due possibilità: volare fino in America e poi rientrare (dopo un altro volo sull’Atlantico) in Europa, oppure tornare dalla stessa strada.
Non nascondo che mi sarebbe piaciuta la prima ipotesi, compiendo quindi il “Grande Giro”, se non un Giro del Mondo (sia pure limitato all’emisfero settentrionale), ma gli elevati costi del trasporto della mia moto (mezza tonnellata e un volume quasi pari a una piccola auto), mi hanno indotto a preferire la seconda ipotesi.
Ipotesi però che, considerandola dopo averla scelta, mi piace sempre di più. Infatti non sopporto separarmi dalla mia moto durante un viaggio o percorrerne una parte non via terra. Mi attira quindi l’idea di un viaggio da compiere completamente via terra, per circa 32.000 km (poi diventeranno 34.000), con l’unica forzata e limitata eccezione del traghetto tra Vladivostok e il Giappone (sono solo due notti e altrettante al ritorno). Inoltre il percorso da Lecce a Vladivostok lo vivo non come un semplice trasferimento verso il Giappone, ma una delle cose più belle del viaggio: il percorso più lungo che possa compiere, partendo da casa mia, senza alcuna interruzione, tutto completamente via terra; oltre 13.000 km ininterrotti con la mia moto (e altrettanti al ritorno).

Informatomi del traghetto, scopro che la nave da Vladivostok al Giappone non c’è più; ne trovo però un’altra (settimanale) che fa tappa in Corea del Sud (in Corea del Nord non si può entrare). A questo punto decido, per rendere ancora più completo il viaggio, di approfittare dello scalo del traghetto in Corea per visitare anche quel paese.
Il progetto, in questo modo, è delineato: da Lecce a Vladivostok, Corea del Sud, Giappone, da Vladivostok a Lecce.
Poi avviene il terremoto in Giappone, con conseguente tsunami e disastro nucleare di Fukushima, ma di questo parlerò nel prossimo capitolo.

Fisso la partenza al giugno 2011.

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                                     dal 12.2.2007