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Sei in: MOTO - ALTRI GIRI - SULL'APPENNINO CON UNA YAMAHA XT600

Sull'Appennino con una Yamaha XT600: 4.10.2008


Gps Garmin

Per la prima volta da quando ho la Gold Wing (cioè da oltre 10 anni), guido una moto che non è la Gold Wing!

E il cambiamento è stato notevole, perchè guido addirittura una Yamaha XT600, sulle strade dell'Appennino tra Emilia e Toscana, con passaggio alla Raticosa e anche alcuni sterrati.

E' stata un'esperienza molto interessante, con degli aspetti decisamente positivi. Ecco le mie impressioni.

Appena vedo la moto (a San Lazzaro di Savena - BO), capisco che sarà un'esperienza completamente diversa dal solito, abituato alla mia.

La moto appare leggera, semplice nella struttura, con nessuna protezione aerodinamica, sella piuttosto dura e lineare, manubrio dritto. I compagni di viaggio sono Paolo2145 (BMW R80 GS Basic) e Medford (BMW R80 GS) e (più avanti) Alp 3225 col suo BMW GS1200).

Appena in sella ho subito la sensazione che mi accompagnerà per tutto il giro: sono troppo in avanti! Ho infatti l'impressione di essere con il corpo troppo caricato in avanti, quasi proiettato sul manubrio. Certo, dipende dal tipo di moto e sono anche io che, consapevolmente o meno, continuo a fare paragoni con la mia moto, ma la sensazione è questa e non mi abbandonerà per tutto il giro.

Dopo pochi km, Paolo (sempre in testa) ci porta su uno sterrato: niente di particolarmente impegnativo, solo un po' ghiaioso. Appena affrontato, ho la sensazione che perfino su questo terreno mi troverei meglio con la Gold WIng che con questa XT: ho l'impressione di poter cadere da un momento all'altro, con le sottili ruote (anche se semitassellate) che "galleggiano" (soprattutto l'anteriore) sulla ghiaia, dandomi una sensazione di estrema precarietà.

Dopo un po' lo sterrato diventa pieno di buche e questo è l'unico momento in cui mi sento più a mio agio che con la Gold WIng; infatti aumento la velocità ed è molto bello poter (finalmente) passare sulle buche senza preoccuparmi delle sospensioni o di dover toccare per terra con la parte inferiore della moto; la moto passa tranquillamente sulle buche e tengo senza problemi il passo degli altri.

A Monterenzio ci raggiunge Alp 3225.

Continuiamo lungo le belle strade dell'Appennino, tra Emilia e Toscana, con praticamente nessun rettilineo, visto che si tratta di una sequenza ininterrotta di curve e saliscendi.

Sono in difficoltà. Non riesco a piegare, non trovo il giusto assetto in sella, in un paio di curve finisco addirittura lungo (dopo aver verificato cha la corsia opposta sia libera) e credo (in quelle occasioni) di aver posto in apprensione più volte il buon Alp 3225 (che chiude la fila). A mia parziale scusante (oltre ovviamente la novità della moto), sto ancora male, dopo il virus che mi ha colpito ieri, con mal di gola e raffreddore.

Sosta ristoratrice a Firenzuola,e riprendiamo la strada, diretti alla Raticosa.

A questo punto succede qualcosa; credo di aver finalmente capito come devo guidare questa moto; comincio a rendermi conto che posso piegare di più, mi muovo sulla moto spostando il peso del corpo in occasione delle curve, adotto una guida più decisa ed aggressiva, uso un po' meglio il cambio. In conclusione, salendo sulla Raticosa finalmente mi diverto e riesco a tenere un buon ritmo, senza sbagliare più le curve.

In cima, inevitabili le foto ricordo.

Rientriamo quindi alla casa in montagna di Paolo, dove ci attende un buon pranzo,e ... mia figlia che ha raccolto un buon numero di castagne.

Nel pomeriggio rientriamo a San Lazzaro. Totale km 135.

In conclusione, un'esperienza interessante, che mi ha fatto capire ancora di più quanto le moto siano diverse, cosa significa viaggiare su una moto senza nessuna protezione aerodinamica, rumorosa di motore, con la sella piuttosto scomoda, strumentazione essenziale, ma che consente di andare tranquillamente su terreni che creerebbero grosse difficoltà ad altre moto (o addirittura impossibili per esse). Guidando l'XT ho avuto la sensazione che essa costringa ad una guida aggressiva, quasi "proiettati in avanti", come a voler domare la moto e affrontare la strada.

Inoltre, provandola, mi è venuto in mente che qualcuno, a proposito del viaggio in Cina e Siberia che ho progettato per il prossimo anno, mi ha suggerito di usare una moto come questa (con la quale comunque due motociclisti sono arrivati in Cina); credo che, anche se indubbiamente con questa moto avrei molto meno problemi sulle strade "difficili" (sterrati, buche e sassi), non "sopravviverei" ad un trasferimento su asfalto da 1.000 km!

Ogni moto ha i suoi pregi e i suoi difetti, ed ognuno di noi ha una moto più adatta alle proprie esigenze.

Provare moto diverse riengo che, comunque, arricchisca la "cultura" motociclistica di ognuno di noi.

Ringrazio Paolo (e suo figlio) che, prestandomi questa moto, mi hanno permesso di vivere questa interessante esperienza.

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                                     dal 12.2.2007