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Incontro del Forum dei Motoviaggiatori
Salento (LE - Puglia) 26.12.2012


Ecco il percorso del giro :

Ed eccolo in formato per Mapsource (Garmin), per Google Maps e per Google Earth e in formato gpx.


E’ il secondo incontro del Forum dei Motoviaggiatori!

L'occasione è la "discesa" di oliviero, da Pescara a Lecce. La giornata del 26 è festiva, quindi sono libero dal lavoro e non mi lascio sfuggire l'occasione per accogliere un amico del forum nel mio Salento.
Faccio dei rapidi calcoli e programmo un itinerario, con delle alternative nel caso facciamo tardi.
A mezzogiorno ci incontriamo all'ingresso di Lecce, come programmato, e inizia il giro: oliviero stavolta è con la Gold Wing (1500 come la mia, solo 2 anni più recente e blu).

Per essere la fine di dicembre, la temperatura non è male: 18°! Ci alleggeriamo un po' e, fatto il pieno di benzina, ci dirigiamo subito verso il mare.
Il cielo resta molto nuvoloso per quasi tutto il tempo, ma nemmeno una goccia di pioggia.

Prima sosta a San Cataldo, la spiaggia dei leccesi (appena 10 km di rettilineo dalla città).
Ne approfittiamo per alleggerirci ancora: fa proprio caldo! Io uso i guanti primaverili e tolgo l'imbottitura alla giacca.

I resti del Porto Adriano (epoca romana).

Continuiamo lungo la costa, qui ancora bassa, anche se piuttosto frastagliata.
Arriviamo all'importante centro archeologico di Roca (nonchè bella marina: ci passo l'estate, quando... non sono in giro per il mondo in moto)
                                                                                        

e quindi Torre dell'Orso, bellissima baia, con lunga spiaggia tra mare e pineta.
                                                   

Ormai è ora di uno spuntino, quindi approfittiamo del bar in bella posizione sulla baia: un paio di rustici leccesi ci forniscono il carburante necessario per continuare.

Continuiamo lungo la costa adriatica, verso sud.
Raggiungiamo Sant’Andrea, con la sua bella baia e le scogliere.
                                                                          

E poi gli Alimini, i due laghi (gli unici del Salento) costieri. Sostiamo sul ponte

che supera il canale che collega il lago Alimini grande

al mare.

I laghi Alimini sono utilizzati da anni per l’allevamento di pesci, come testimoniato anche dalle chiuse che regolano il collegamento col mare.
                                                                                        

Quindi Otranto. Ma oliviero l’ha già visitata anni fa e quindi non ci fermiamo, limitandoci a passare accanto al suo castello

Per proseguire verso il Colle della Minerva,

dove furono decapitati gli 800 martiri otrantini, alla fine del sanguinoso assedio dei Turchi (1480).
Ora inizia il tratto più bello della costa: 50 km lungo la costa, spesso alta, da Capo d’Otranto fino a Santa Maria di Leuca.
Capo d’Otranto, il punto più orientale d’Italia (18° 31’ est).
                                                                                        

Nelle belle giornate si vede distintamente la costa dell’Albania, 70 km oltre questo braccio di mare; a volte anche le prime isole greche e Corfù. Ma oggi la visibilità non è buona è il cielo è molto nuvoloso.

Continuiamo verso sud, passando da Porto Badisco, il mitico approdo di Enea (in fuga da Troia), dove spesso faccio rifornimento di squisiti ricci di mare.

Ora però, oltre la bellezza della costa, ci attira anche quella della strada e acceleriamo un po’ il passo, tra le curve della litoranea, sfruttando anche l’assenza di traffico.
Sosta a Santa Cesarea Terme, col suo centro termale che sfrutta le acque sulfuree e l’alta scogliera tagliata dall’uomo e dalla natura.
                                      

Quindi, dopo pochi km, Castro, con l’antico castello in alto che domina la moderna marina e il porticciolo.
                                                   

Tricase Porto
                                                                          

Arriviamo a uno dei punti più spettacolari della costa: il Ciolo, un profondo fiordo dalle alte scogliere; la litoranea lo supera con un ponte.
                                                      

                                                

E giungiamo infine… dove la strada finisce: Santa Maria di Leuca, che si annuncia con la vista del suo alto faro, nella luce del tramonto.
                                                                                        

Oltre non si può andare, qui la Puglia finisce; questo è il limite a sud di tutti i miei giri in regione, di fronte al mare dove si mescolano Adriatico e Ionio.
Parcheggiamo le moto nel grande piazzale di fronte al faro e alla Basilica-Santuario di Santa Maria di Leuca "De Finibus Terrae”.

Parcheggiamo le moto nel grande piazzale di fronte al faro e alla Basilica-Santuario di Santa Maria di Leuca "De Finibus Terrae”.
                                                                                        

La marina di Leuca.
                                                                                        

Il faro: Gold Wing (a sinistra) e oliviero.
                                                                                        

Il Santuario.
                                                                                        

Il sole sta tramontando.


C’è il tempo per un paio di pasticciotti leccesi, ripieni di crema, seduti al bar sul piazzale.
     

Ma il Capo di Santa Maria di Leuca non è esattamente il punto più meridionale di Puglia (anche il confine esatto tra mare Adriatico e Ionio è controverso), che spetta alla vicina Punta Ristola, che chiude a ovest la baia di Leuca. In ogni caso, Punta Ristola è un ottimo punto panoramico su Leuca, la sua baia e il capo precedente.
                                                   

Percorriamo il lungomare di Leuca

e ci dirigiamo su Lecce. Infatti, visto che ormai il sole è tramontato, non vale la pena percorrere la costa occidentale (quella ionica), meno interessante di quella appena fatta.

80 km di strada veloce e arriviamo nel capoluogo del Salento, per una rapida visita a piedi, dopo aver parcheggiato le moto al centro.
L’anfiteatro romano, col presepe allestito per l’occasione nella cavea e i giochi di luce natalizi sui palazzi circostanti.
                                                                                        

Il Sedile, antico municipio.


Piazza Sant’Oronzo, col mosaico della lupa (Lupiae, nome latino di Lecce) sotto il leccio (da cui il nome attuale).
                                                                

La magnifica piazza del Duomo, con gli scenografici edifici del Duomo (col campanile alto m 68), Palazzo Vescovile, Seminario.
                                                               

Si tratta di una piazza chiusa, fino al 1761 anche fisicamente con un portone, di cui ora restano i propilei in muratura all’ingresso.
                                                                                        

Entriamo nel Duomo.
                                                                

Arriviamo alla basilica di Santa Croce, probabilmente il più bell’esempio di barocco leccese, con la sua magnifica facciata.
                                                                

Interno di Santa Croce.
     

Santa Croce non era altro che la chiesa dell’attiguo convento dei Celestini che ne continua la facciata.
                                                                                        

L’ex convento è ora sede della Prefettura e della Provincia (con la seconda, proprietaria, che cerca inutilmente, da anni, di sfrattare la prima ). Il bel cortile interno è addobbato di luci.

Il vicino Palazzo Adorno è sede della Giunta provinciale.


La visita a Lecce è stata necessariamente veloce, ma oliviero mi sembra soddisfatto e intende tornarci domattina presto, per rivederla con la luce del sole.
Ci salutiamo, dandoci appuntamento a domattina, per un altro giro con altri amici, più a nord (qui il report dell’altro incontro).
Km al rientro a casa: km 204 in h 6.43.

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