gold-wing.it - "La meta è la strada"

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Sei in: PENSIERI - INCIDENTE EVITATO

Stasera, uscito dal lavoro, sono andato alla casa al mare per fare i bagagli e tornare quindi alla casa in città, a Lecce, dopo i consueti 2 mesi di villeggiatura. Preparo il tutto, sistemo le borse nella moto, aspetto un po’ che passi il forte temporale che sta allagando le strade e, con la moto carica di tutte le mie cose e il completo antipioggia (sta ancora piovendo) mi dirigo verso casa: 24 km (mia moglie e mia figlia sono partite ieri).

Sono ad oltre metà strada, quasi le nove di sera, piove, la strada, come al solito, fa schifo: sporca, semiallagata, con le strisce bianche che delimitano la carreggiata quasi invisibili, pochissimi catarifrangenti al bordo: sono un paio di km prima del punto in cui normalmente i carabinieri si fermano per cercare di fregarmi perché supero le auto ferme al semaforo. Penso: se almeno usassero i soldi delle multe per migliorare le strade!

Ad un certo punto vedo, in fondo al “rettilineo” due fari bianchi di un auto, forse gli abbaglianti, comunque sono piuttosto alti. Stimo che stia andando piuttosto piano (io sono a 90 km/h), perché mi sembra che tardi ad avvicinarsi a me. Mi avvicino: è ancora davanti a me, ma mi sembra troppo di fronte. Mi spiego; dovrei, ovviamente, vedermela leggermente a sinistra, in modo che sfili alla mia sinistra, ma continua a vederla proprio di fronte. Penso, forse è un po’ al centro della carreggiata, istintivamente accosto a destra in modo da farla passare in sicurezza; altrettanto istintivamente, rallento un po’.

Forse questo mi ha salvato; a questo punto tutto avviene in pochi attimi. Ci avviciniamo ancora e ormai mi sembra che l’auto, più che di fronte sia quasi alla mia destra. Non capisco; ma che succede?

Forse la strada piega un po’ a destra! Mi sposto ancora a destra e faccio per impostare una leggera curva a destra che però, a causa delle luci negli occhi e della strada bagnata e mal segnalata, non vedo.

Ma non c’è la curva a DESTRA! Improvvisamente vedo e capisco: la curva, leggera, è a SINISTRA, e l’auto che mi sta abbagliando non sta venendo di fronte, ma è ferma sul mio lato della strada (probabilmente all’incrocio con una stradina di campagna), senza frecce che segnalino che si sta immettendo da un incrocio! Non devo lasciare l’auto alla mia sinistra, ma alla mia destra! Sono a pochi centimetri dall’uscire di strada, la ruota anteriore della Gold Wing, anzi, è già fuori strada, sullo strato di ghiaia e terriccio (non c’è banchina) che viene subito dopo l’asfalto e prima dei sassi e del (probabile) muretto a secco e della campagna.

Sto già frenando, ma è troppo tardi; i quasi 5 quintali di moto vibrano tra le mie mani. Anche se cerco di dosare la frenata tra il pedale (disco posteriore e un disco anteriore) e la leva (il secondo disco anteriore) mi accorgo ben presto che la ruota anteriore sta per bloccarsi: non posso più frenare. La leggera correzione di rotta a sinistra mi sta evitando, forse, di finire fuori strada, ma ormai sono a pochi centimetri dallo scontro frontale con l’auto che è lì, immobile, davanti a me. Che fare? Ormai capisco che non farò più in tempo a fermarmi; devo cambiare strategia (mentre scrivo mi rendo conto che a leggere queste frasi ci vuole molto più tempo di quanto ne è passato mentre questi fatti accadevano, perché tutto si è svolto molto velocemente).

E decido: basta frenare, mi butto a sinistra. O la va o la spacca: o riesco ad evitare anche l’auto, o sarà lo scontro frontale che, visto che la mia velocità è ancora piuttosto elevata (forse 70), potrebbe avere conseguenze tragiche.

Vedo i fanali dell’auto passare a pochi centimetri dalla mia gamba destra e dalla moto; vedo con terrore, dopo l’auto, che anche un muretto di sassi aguzzi che passa alla mia destra alla stessa, brevissima, distanza.

Mi preparo all’impatto, ma … passo.

Sono passato; e sono ancora qui a raccontarlo. Alla prima stazione di servizio mi fermo per riprendermi: il cuore batte forte e mi sento tremare. Devo riprendere fiato.

State attenti amici! Il pericolo può nascondersi nelle forme più strane e subdole, anche sulle strade di casa.

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