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                   CAPO 
                    NORD, A MODO MIO 
                    (10.000 km in 10 giorni) 
                  
                     
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                      19.6.2003 
                          - giovedì - giorno 4 
                          Trondheim/Asen (N) (8.15) – Bognes/Ulsvag 
                          (N) (21.20) 
                          Km 812, viaggio h 13.05, guida h 10.18  | 
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                  Durante la notte piove molto 
                    intensamente e a lungo: la tenda regge bene, appena un po’ 
                    di condensa sul pavimento. Ho però commesso la stupidaggine 
                    di lasciare gli stivali sotto la veranda, quindi al coperto, 
                    ma non in un ambiente completamente riparato dall’acqua. 
                    Al mattino vedo che in uno stivale è entrata dell’acqua 
                    (dall’alto) e, ovviamente, il goretex, come non la fa 
                    entrare, non la fa uscire. Lo asciugo con della carta assorbente, 
                    poi con il phon presente nei bagni e con quello prestatomi 
                    da un vicino. E’ quasi asciutto: il resto dell’umidità 
                    lo assorbirà la calza che, quindi, cambierò 
                    tra qualche ora. Mi riprometto di non lasciare mai più 
                    gli stivali fuori, anche se coperti: ogni notte li entrerò 
                    in tenda, in un sacchetto di plastica per non sporcare l’interno 
                    della stessa. 
                  Oggi la tappa prevista è più 
                    breve, sarà lungo i fiordi della Norvegia e prevede 
                    l’attraversamento del circolo polare. Parto alle 8.15 
                    (ho perso un po’ di tempo per l’incidente dello 
                    stivale); il tempo si presenta variabile, ogni tanto piove, 
                    temperatura poco più di 10°. Anche stamattina non 
                    c’è nessun responsabile del campeggio, quindi 
                    parto senza pagare. 
                  Sostituisco l’atlante del TCI con la 
                    carta Michelin, che rappresenta il nord della Scandinavia 
                    a una scala maggiore (1:1.500.000). 
                  Il paesaggio è sempre più interessante: 
                    la strada si insinua tra le montagne, a poca distanza dal 
                    mare. Torno 
                    sul mare poco prima della città di Mo I Rana, dopo 
                    la quale la strada comincia a salire e 
                    piega nuovamente all’interno, verso la Svezia (qui il 
                    confine è vicinissimo poiché la Norvegia in 
                    questo punto è in pratica una sottile striscia di terra, 
                    tra la Svezia e il Mare del Nord). 
                  Il valico è ad appena 670 m, ma, a questa 
                    latitudine, equivalgono allo Stelvio per temperatura e quantità 
                    di neve ai bordi della strada. La strada! Le indicazioni la 
                    nominano come la “strada del circolo polare”. 
                    E’ bellissima! La neve mano a mano aumenta fino ad essere 
                    predominante sul terreno intorno. E 
                    infine, subito dopo il valico, in gran parte coperto dalla 
                    neve, ecco il Circolo Polare!  Seguo 
                    gli ultimi km guardando anche il GPS che, precisissimo, mi 
                    mostra l’aumentare della latitudine: 66° 33’.  
                  Sono emozionato. Foto di rito e 
                    visita al centro visitatori. Dopo gli inevitabili (o quasi) 
                    acquisti, scambio due chiacchiere con un addetto del centro 
                    che si è avvicinato, incuriosito, alla mia moto, parcheggiata 
                    proprio all’ingresso. Scopro che anche lui ha una Gold 
                    Wing; si meraviglia del fatto che sia arrivato qui da Lecce 
                    in 4 giorni. Io invece mi meraviglio che stia tranquillamente 
                    parlando con me in maniche corte con una temperatura di 12°! 
                    Sarà che sono freddoloso io (coperto con giacca e pile) 
                    o sono abituati al freddo i norvegesi: probabilmente entrambe 
                    le cose. Lui mi parla del raduno internazionale Gold Wing 
                    che organizzano qui, io lo invito al nostro raduno internazionale, 
                    in Italia. 
                  Dopo il Circolo la strada torna verso il mare, 
                    lungo i fiordi, uno più bello dell'altro.  Ho 
                    perso un po’ di tempo per gli acquisti, vorrei prendere 
                    il traghetto (l’unico del viaggio, per un tratto brevissimo 
                    attraverso un fiordo) oggi, prima della fine della giornata 
                    di viaggio: non so se ce la farò. Riprende a piovere, 
                    come per la maggior parte della giornata, tranne, per fortuna, 
                    il passaggio del Circolo Polare. 
                  Lascio sulla sinistra la deviazione per Bodo 
                    e dopo un po’ compare una delle visioni più belle 
                    dell’intero viaggio: le isole Lofoten. Sono 
                    delle isole frastagliatissime, vicine alla costa (c’è 
                    anche una strada che le collega al continente), con alte montagne 
                    scintillanti di neve: montagne di granito, ripide ed aguzze. 
                  Mi fermo a guardare; non solo a fotografare. 
                    Ma a guardare, e basta. Sono senza fiato. 
                  Penso per un attimo di cambiare il programma 
                    e andarci, poi prevale il desiderio di arrivare a Capo Nord, 
                    di completare il Viaggio: faccio diverse foto, scambio due 
                    impressioni con un turista (in camper) che si è fermato 
                    come me, e riparto.  
                  Comincia la ricerca del campeggio sulla cartina: 
                    mi sono reso conto che non farò in tempo a prendere 
                    il traghetto oggi. Ormai è tardi, lo prenderò 
                    domani all’inizio della giornata di viaggio. 
                  La cartina segnala la presenza di un campeggio 
                    vicino Bognes (l’ultimo paese prima del traghetto); 
                    così, una volta arrivatoci, comincio a cercare, ma 
                    non trovo niente. Mi inoltro anche in una strada secondaria 
                    che mi porta ad un posto dove però ci sono solo casette 
                    in affitto. Sono seccato, si sta facendo tardi, sono stanco 
                    e ho voglia di mangiare e dormire. Con disappunto percorro 
                    a ritroso la strada appena fatta (sarà l’unica 
                    volta nel corso del viaggio), diretto ad un altro campeggio 
                    segnalato e, poco prima di Ulsvag, ne trovo finalmente uno: 
                    sono le 21.20, latitudine 68° 8’. 
                  Quando chiedo di pagare (cerco di farlo sempre 
                    la sera prima, in modo da partire presto la mattina dopo), 
                    la responsabile mi informa che non accetta in pagamento la 
                    mia carta di credito (Mastercard), ma solo Visa; le propongo 
                    di pagare in contanti in euro, ma non accetta neanche questi. 
                    Le dico che vengo da oltre 800 km di viaggio (più i 
                    quasi 4.000 dei 3 giorni precedenti): con mia grande sorpresa, 
                    mi dice che posso restare, senza pagare niente! 
                  Ringrazio e pianto la tenda a pochi metri dal 
                    mare, proprio di fronte alle isole Lofoten. E’ il campeggio 
                    più bello di tutto il viaggio. Il posto è bellissimo. 
                    Il cielo è nuvoloso, ma, nonostante l’ora tarda, 
                    c’è tanta luce: la mia prima notte senza tramonto. 
                    Il GPS non riesce più a calcolare l’ora di tramonto 
                    e alba, dà cifre negative; sorrido, penso: guarda un 
                    po’ dove ti ho portato! 
                  Sistemata la tenda, mi tocca di nuovo 
                    prendere la moto per andare a mangiare in un posto vicino; 
                    per fortuna faccio in tempo prima che chiudano: è veramente 
                    tardi. Tornato alla tenda, resto un po’ seduto sulla 
                    veranda a guardare il mare, le isole e il sole, che non vuole 
                    saperne di tramontare. Un’ultima 
                    foto. Poi a dormire: domani Capo Nord! 
                      
                   
                   
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