| CORSICA1.000 km di curve
 
                      
                        |  | 18.4.2009 
                          - sabato - giorno 5Corte (7.34) - Bastia (12.34)
 Km 169, viaggio h 5.00, guida h 3.55
 Livorno (17.45) - Tarquinia (21.06)
 Km 233, viaggio h 3.21
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                        |  |  Ieri sera sul  giornale ho letto fosche previsioni meteo per oggi, ma, al risveglio, sebbene  sia coperto, non piove. Mi dirigo subito verso la vicina valle della Restonica. Non c‘è quasi  nessuno in giro e percorro quindi con tranquillità la stretta strada di fondovalle,  con le gole che diventano sempre più strette. Al mio fianco scorre il fiume;  ogni tanto piccole cascate appaiono ai bordi della strada. Il paesaggio è  selvaggio, talvolta qualche animale mi attraversa la strada; peccato che non ci  sia il sole, ma almeno non piove. Decisamente fresco: 8°.     Risalendo la  valle, le cime delle montagne si fanno sempre più vicine e innevate,    finchè arrivo al punto in cui termina la strada, sotto al monte  Rotondo (m 2.622, il secondo della Corsica). Non c’è nessuno; l’aspetto  negativo è che anche il rifugio è chiuso e io non ho fatto colazione! Poco  male, rimedierò a Corte. C’è una gran  pace; sono qui, in mezzo alle montagne della Corsica, solo, in un territorio  disabitato. Dopo un po’ arrivano due escursionisti che, parcheggiata l’auto, si  incamminano per un sentiero, sci in spalla: andranno a fare sci di fondo.     Ridiscendo la  valle (non c‘è altra strada) e ritorno in piazza a Corte per fare colazione e  il punto della situazione. E’ ancora presto; la visita alla Restonica ha  richiesto meno tempo del previsto. Non piove e il traghetto a Bastia è solo  alle 13.30; anche calcolando la richiesta ora di anticipo, basta che arrivi lì  alle 12.30. Non vale quindi la pena che diriga subito verso Bastia, ho ancora  tempo per andare in giro in moto. Carta  spiegata sul tavolino del bar (con qualche difficoltà: la Michelin fa delle carte  che sembrano lenzuoli), tazza di cioccolata davanti e brioche in mano (anzi,  croissant, come ha puntualizzato il cameriere, che più che corso pare proprio  francese, vista la ritrosia a comprendere termini stranieri), analizzo i tempi  e i km, mi consulto con un paio di avventori del bar per consigli  (gentilissimi, come al solito, e che mi rispondono in italiano) e decido di  passare dalla valle dell’Asco, posta tra Corte e Bastia, che promette essere  altrettanto spettacolare della Restonica. Ma devo sbrigarmi. In sella e  parto. La veloce strada per Bastia mi porta fino a Ponte Leccia, dove devio per  una strada secondaria e comincia la risalita della valle. E le promesse  risultano mantenute: la valle dell’Asco è davvero spettacolare e regge  tranquillamente il paragone con la più famosa Restonica. Dopo un po’ cominciano  le gole, davvero suggestive.   Superato il paese di Asco,  la strada diventa completamente deserta e giungo, dopo qualche km, al suo  termine, nel piazzale dove sono presenti alcuni impianti per la pratica dello  sci. Sono ai piedi della più alta montagna della Corsica, il monte Cinto (m  2.706).   Anche in  questo caso (come alla Restonica), la strada non va oltre e quindi devo tornare  sui miei passi; devo affrettarmi, perché sono già un po’ fuori con i tempi e  non voglio giungere al traghetto all’ultimo momento; a ciò si aggiunge il fatto  che il mio ultimo pieno (ieri) era sufficiente per i km che avrei dovuto  percorrere in Corsica, ma oggi, con questa deviazione nella valle dell’Asco, ne  ho fatti più del previsto e sto per entrare in riserva. Non mi va di fermarmi a  fare il pieno (in Francia costa anche un po’ di più) e comunque di  distributori, fino alla via principale, non ce n’è nemmeno l’ombra. Poco male,  tanto da qui a Bastia è tutta discesa!Facendo meno  soste per foto, il ritorno è più veloce (lo è un po’ anche la mia guida);  tornato a Ponte Leccia, la via principale mi porta rapidamente  a Bastia, dove entro abbondantemente in  riserva, ma con sufficiente margine di sicurezza, di benzina e di tempo, per  l’imbarco.
  C’è molta più  gente dell’andata all’attesa per l’imbarco, forse a causa del finesettimana.  Solita legatura della moto nella stiva e si torna in Italia.   Mentre  parcheggio la moto nella nave, noto un italiano su un GS visibilmente alterato  che spinge la moto a mano; mi rendo conto che è caduto mentre saliva sulla  nave, riportando notevoli danni alla moto. Un ultimo controllo alla mia moto. --------------------------------------------------------
 Le solite 4  ore di traghetto, sbarco a Livorno, faccio benzina (con le ultime gocce di  benzina corsa nel serbatoio) e dirigo verso sud, per avvicinarmi a casa, anche  se so che dovrò comunque fermarmi per la notte, perché Lecce è troppo lontana.
 Approfitto  dei collegamenti internet italiani nuovamente disponibili (all’estero non uso  il telefono) e lascio un messaggio sul forum di Mototurismo. Un paio di  telefonate e mi metto d’accordo per cenare insieme ad un amico del forum (Speedweb),  presso il campeggio dove ho programmato di fermarmi per la notte (a Tarquinia). Faccio appena in tempo a montare la tenda prima  che si metta a piovere. 
 
                    
                      |  | 19.4.2009 
                        - domenica - giorno 6 Tarquinia (8.55) - Lecce (16.11)
 Km 709, viaggio h 7.16
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                      |  |  E’ il  giorno del rientro a casa; smontata la tenda, è tutta autostrada. |