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Sei in: MOTO - ISLANDA - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 1
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ISLANDA
Acqua, terra e fuoco

Google Earth: Andata - Islanda - Ritorno

L'Europa ormai l'ho attraversata in quasi tutti i suoi Stati, ma c'è qualcosa che mi manca, e che mi attira molto. Qualcosa cui sto pensando ormai da un anno.
Tanto è infatti durata la preparazione di questo viaggio, praticamente dal ritorno dalla Russia.
L'Islanda!
Ho in mente i suoi ghiacciai, le sue cascate, le sue (poche e non buone) strade.
Questa volta il traghetto non potrò evitarlo: due lunghi giorni di nave mi separeranno dalla Norvegia (all'andata) e dalla Danimarca (al ritorno).

In tenda come al solito, da solo (almeno alla partenza).

In questo viaggio però decido di essere completamente autonomo anche dal punto di vista del cibo, sia a causa dell'alto costo della vita in Islanda, che anche per la soddisfazione di visitare quel paese in completa autonomia, cucinandomi da solo il necessario.
Mi procuro quindi un fornello ad alcool e le scorte di cibosufficienti per tutto il periodo.

Nel viaggio potrò utilizzare il sistema di ripresa con la videocamera, messo a punto dopo diversi tentativi.
Programmo le tappe, sistemo tutto sulla moto,e via!


16.6.2007 - sabato - giorno 1
Lecce (0.00) - Malmo (S) (24.00)
Km 2.704, viaggio h 24.00, guida h 21.07


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(Scritto il giorno prima di partire)
Mentirei se dicessi che, il giorno prima della partenza per l'Islanda, tutti i miei pensieri sono rivolti al viaggio in quella terra, alle cascate, ai geyser, ai ghiacciai, ai vulcani.
Certo, ci penso, non vedo l'ora di ammirarli, ma, forse perchè il primo (temporale) obiettivo che mi sono posto è un altro, adesso il primo pensiero è diverso.
Sto pensando a quello che farò sabato, al primo giorno del viaggio, all'obiettivo che mi sono prefisso: le 24 ore in moto, per circa 2.500 km (poi saranno 2.704).
Questo adesso è in cima ai miei pensieri.
Ho già preparato la lista dei bagagli, fra poco esco per comprare un paio di magliette, molta roba è già sulla moto, altra nelle borse.
Oggi finisco la preparazione e domani ... dormo.
Stavolta, a differenze delle precedenti "tirate" (sia pure non di 24 ore), arriverò al momento della partenza fresco e riposato.
Poi, si vedrà.
Come ho scritto altre volte, mototurismo è tante cose; è anche, secondo me, questo.
C'è un tempo per ogni cosa; e questo, per me, è il tempo di fare questa cosa.
Qo 3,1 (Ecclesiaste/Qoelet): "Nella vita dell'uomo, per ogni cosa c'è il suo momento, per tutto c'è un'occasione opportuna".
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E così, dopo tanta preparazione, il giorno è arrivato. I bagagli sono, fin dalla mattina, nella (e sulla) moto.
Riposo quasi tutto il pomeriggio. Ceno. E, poco prima della mezzanotte, salgo sulla moto e accendo il gps.
Fa uno strano effetto, guardando lo strumento, vedere, come numero di km mancanti all'arrivo della prima tappa, 2.500! Mai in vita mia ho programmato una simile tappa. Mai mi sono spinto tanto in là.
Un brivido mi percorre la schiena, e non è dovuto certo alla tiepida notte estiva.

Giro la chiave e il motore si avvia. Azzero gli strumenti, foto di rito, saluto la famiglia e via! Verso l'Islanda! E' mezzanotte in punto: oggi mi fermerò solo a mezzanotte.

Come si possono raccontare 24 ore di moto? Come si possono anche solo spiegare a chi magari motociclista non è, o il motociclismo lo intende in altro modo?
Come posso rendere partecipe il lettore dell'impulso irrefrenabile, dell'entusiasmo, del fuoco che sento dentro di me in questi momenti?

In un attimo scompaiono le fatiche, i timori, i dubbi, le preoccupazioni.
In un attimo scompare tutto e sono solo io e lei; lei che mi porterà in cima al mondo, che per me valicherà montagne e supererà mari, che per me farà battere il suo cuore per 24 ore.

Le prime ore dovrebbero essere le più difficili, finchè non farà giorno. Ma oggi, poco prima del solstizio, l'alba è già alle 5.17 (qui a Lecce, mentre il tramonto, lassù, in Danimarca, dove prevedo di arrivare, sarà alle 22). All'alba prevedo di essere ad Ancona, dopo i primi 600 km.

Comunque sembra andare tutto bene: non ho sonno, il buio non mi pesa, è una splendida notte estiva, il motore della moto batte regolare come il mio cuore.

Ben presto (dopo Bari) l'autostrada mi accoglie e non mi lascerà che a fine giornata.

Affronto allegramente le curve abruzzesi e marchigiane, col tachimetro sempre a 130 (o poco più) e l'alba mi coglie, come previsto, tra le dolci colline delle Marche. Fa un po' più caldo e resto in maglietta.

I km si susseguono regolari; mando ogni tanto degli sms agli amici in Italia, che mi stanno seguendo attraverso un forum di Gold Wing. Ogni tanto mi arrivano sms di saluto.

Questa strada l'ho fatta tante volte, nelle mie solitarie cavalcate verso il nord. Ma mai, mai ero arrivato così lontano così presto. Sono appena le 10.40 quando valico il Brennero e applico il bollino per le autostrade dell'Austria:km 1.190, sono quasi a metà strada.

Un pieno ogni due ore circa (250 km): ammiro le montagne e le valli che ben presto mi portano in Germania.
E qui la musica cambia.
Confesso: la Germania quasi non l'ho mai visitata in vita mia (tranne un po' della Baviera meridionale). Germania per me vuol dire Autobahn, libere autostrade, doppiamente libere: niente pedaggio e soprattutto niente limiti di velocità. Come dovrebbe essere ovunque.

Quindi, appena superato il confine, chiedo il massimo alla mia moto. Sfrecciamo veloci verso nord, col sole che, dopo aver raggiunto lo zenit, comincia pian piano ad abbassarsi alla mia sinistra. Le soste carburante diventano un po' più frequenti (a 170 km/h non faccio più di 10 km/l), ma la moto mangia letteralmente la strada e guadagno ancora sulla tabella di marcia.
I 1.033 km di Germania passano in h 8.38 (media 120 km/h, comprese le soste, tra cui mezz'ora per pranzare). E' un bell'andare, tra morbide colline, con buone strade, senza l'assillo della polizia in agguato, limitato nella velocità solo dal mio giudizio.
Nel nord della Germania mi imbatto in un temporale, a tratti violento, ma mi rallenta poco: in autostrada non è pericoloso come sulle strade di montagna.

Entro in Danimarca e ovviamente rallento. Mi colpisce, come l'ultima volta, la perfetta giunzione dell'asfalto nel punto in cui il nuovo (messo dove si consuma di più per il passaggio dei veicoli a 4 ruote) si unisce al vecchio: il paragone con l’Italia è impietoso.
Assaporo la dolcezza del paesaggio danese.

Come mio solito, evito i traghetti e attraverso il sistema di ponti che collega questo paese alla Svezia. Sono appena le 22, proprio il momento del tramonto, quando affronto il più lungo dei ponti, quello sullo Store Belt che porta sull'isola di Sjaelland: sono in anticipo sulla tabella di marcia. Mi rendo conto che posso arrivare in Svezia entro la mezzanotte, limite che mi sono posto di questa entusiasmante cavalcata attraverso l'Europa.

Alla tenue luce del crepuscolo attraverso l'isola di Sjaelland, supero Copenaghen e, ormai al buio, l'ultimo ponte-tunnel, sull'Oresund, verso la Svezia.
Il noto profilo della costa svedese mi accoglie poco prima della mezzanotte: sento qualche segno di stanchezza, ma forse è più la consapevolezza della meta raggiunta che l'effettiva fatica. Un'occhiata al gps per verificare le possibilità di alloggi nella zona (i camping a quest'ora sono ormai chiusi) e, poco dopo Malmo, mi fermo al primo motel che trovo.

E' fatta. 2.704 km in 24 ore. Da Lecce alla Svezia in un giorno.  (Vedi tabella delle 24 ore di viaggio)

Dormo subito.

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