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TRANSASIA
Via della Seta - Mongolia - Siberia

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10.6/20.7.2009
km 24.984
viaggio h 433.31, guida h 324.55

CONCLUSIONI

Cosa resta di un simile viaggio?

In questo viaggio sono quattro gli aspetti principali che mi hanno colpito e che considero un arricchimento importante per me.

L’aspetto storico. Ho attraversato luoghi densi di storia; soprattutto la Via della Seta, da questo punto di vista, mi ha molto colpito; in quelle città, tra quelle mura, lungo quelle strade, sentivo che era passata la storia. Non solo in quei posti, comunque (Mosca, Ulan Bator, …).

L’aspetto paesaggistico. Le sconfinate distese di foreste della Siberia, la sterminata steppa della Mongolia, i deserti attraversati, i grandi fiumi superati, … Tutto questo mi ha emozionato, sorpreso, entusiasmato.

L’aspetto tecnico. Percorrere tutti quei chilometri, su quelle strade, con la moto in quelle condizioni, da solo, mi ha insegnato ad affrontare le difficoltà, trovando in me stesso le risorse necessarie per uscirne; con l’aiuto locale, quando disponibile, ma cercando innanzitutto in me le risposte ai dubbi che mi assalivano. Perché è il pilota, alla fine, che decide; è sua la responsabilità ultima delle sue decisioni.

L’aspetto umano. E’ forse questo, nonostante l’indubbia importanza dei primi tre, il ricordo più bello del viaggio. Non ho attraversato solo territori, ho “attraversato” popoli; sono partito dall’Europa, dalla mia città, e ho incontrato popoli con usanze, lingue, religioni, regole, caratteristiche fisiche diverse. Ma non ho incontrato semplicemente “popoli”; ho incontrato la gente, ho incontrato tanti singoli individui, tutti diversi tra loro, ma tutti accomunati dall’entusiasmo, la curiosità, la sorpresa, di vedere una persona, sola, a cavallo di un veicolo così strano, proveniente da tanto lontano (magari tutti così bendisposti non erano, facciamo eccezione per un paio di poliziotti).

Ecco, la cosa più bella di questo viaggio è stato probabilmente il rapporto con la gente. Dovunque sono andato, ho incontrato simpatia, disponibilità ad aiutare fornendo informazioni; oltre a interesse per ricevere notizie, di prima mano, direttamente da uno straniero che proviene da un paese lontano.

Nonostante gli indubbi rischi che un simile viaggio comporta, non mi sono mai sentito in pericolo; anche nei luoghi più isolati, l’incontro con la gente del posto è stato sempre piacevole, pieno di simpatia. Ho sempre avvertito una grande disponibilità ed apertura verso lo straniero.

Durante i gravi disordini di giugno, susseguenti alle elezioni in Iran, ero a Teheran; ebbene, nemmeno allora mi sono sentito in pericolo: nessun problema né nei rapporti con la polizia, né con la popolazione locale. E lo stesso in Mongolia, in Russia, in Kazakistan, …

Sia chiaro, questo non è un invito a sottovalutare le necessarie misure di sicurezza (come esposte nel prossimo capitolo), ma ci tengo a sottolineare che, se i problemi possono venire solo dall’1% della popolazione, il 99% è costituito da brave persone, ben disposte verso lo straniero, soprattutto verso chi si presenta, in moto, da solo.

Sì, è questo il ricordo più bello che conserverò di questo viaggio.

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