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Sei in: MOTO - TRANSASIA: VIA DELLA SETA, MONGOLIA, SIBERIA - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 0
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TRANSASIA
Via della Seta - Mongolia - Siberia

10.6/20.7.2009
km 24.984
viaggio h 433.31, guida h 324.55

Ho appena scritto un libro su questo viaggio (libro terminato a novembre 2009, pubblicazione prevista gennaio 2010).
Non me la sento di scrivere un report apposta per il sito; mi sento come "svuotato" per lo sforzo ): scrivere un libro è (almeno per me) più complesso che scrivere un semplice report per internet. D'altra parte, per ovvi motivi, non posso pubblicare qui l'intero libro.
Pertanto pubblico qui sul sito un estratto del libro, che racconta (spero adeguatamente) il viaggio. Ho lasciato, nel testo che segue, i titoli originari dei capitoli del libro (che si compone di 240 pagine, formato A5).
Oltre al testo, però, guardate le foto (cliccare sopra o sotto sul link fotoalbum).
Inoltre, cliccando sulle singole foto, si apre il collegamento al fotoalbum di quella giornata (a partire dalla prossima pagina).


1 - L'IDEA

E’ il 29 giugno 2008; sono ad Istanbul, verso la fine del mio viaggio in moto nei Balcani; attraverso il Bosforo su uno dei suoi ponti; la mia prima volta in Asia, sono emozionato.

Proprio mentre supero questo braccio di mare, ho la sensazione che questa può essere non la fine di un viaggio, del solito giro in Europa (ormai attraversata in lungo e largo), ma l’inizio di un altro viaggio, quello che racconto qui; percepisco distintamente di avere davanti a me un grande continente, il più grande della Terra, l’Asia.

Un grande continente da attraversare; in moto, naturalmente.

Qui nasce la decisione di compiere un altro viaggio; un viaggio di più ampio raggio.

Voglio percorrere tutto l’itinerario in moto, da solo, senza assistenza.

1) Tutto in moto. Voglio compiere tutto il percorso in moto; nessun tratto in treno, traghetto, aereo. Arrivare fino in Mongolia e tornare in Italia in moto.

Perché? Certo, spedire la moto a metà strada rende tutto più semplice; meno stress per la moto e il pilota, meno giorni necessari (io lavoro e le ferie non sono illimitate). Ugualmente fare l’andata in moto e il ritorno in aereo (o viceversa). Ma un viaggio in moto, per me, va fatto in moto. Se non sono in grado di arrivare in un posto in moto, vado da un’altra parte; il mondo è grande e le mete non mancano.

Allo stesso modo, se ci sono tratti difficili (strade sterrate, frontiere chiuse al traffico privato, zone pericolose), è in moto che voglio percorrerli; se non ne sono capace, vado altrove, ma non ricorro a comode scorciatoie.

Questa non è una critica nei confronti di chi viaggia in modo diverso; è semplicemente il modo in cui voglio viaggiare io, come intendo un viaggio in moto: in moto e basta. Ovviamente, se devo raggiungere un’isola, devo necessariamente prendere un traghetto (Islanda 2007), oppure, se c’è un oceano da attraversare, dovrò usare una nave o un aereo (America, in un prossimo viaggio).

2) Da solo. In 10 anni di viaggi in moto, ho viaggiato quasi sempre da solo. Le poche volte che non ero solo, ero con amici, conosciuti da un anno (Nazzareno, viaggio in Russia) o sul forum di Mototurismo (Tomaz, conosciuto poco prima del viaggio in Islanda) o un gruppo di amici (in Albania).

Nei primi due casi mi sono trovato bene e sono contento di aver viaggiato con loro; in Albania, già dal secondo giorno, andai avanti, seguendo il mio ritmo e non i miei amici, con i quali comunque era piacevole ritrovarsi la sera. Ma un viaggio in moto in solitaria regala sensazioni uniche. Ricordo che, in uno dei momenti più emozionanti del viaggio in Islanda (l’attraversamento dell’interno disabitato, su una strada sterrata), chiesi a Tomaz di andare avanti (e non solo perché la sua moto, un GS1200ADV, su quelle strade è più veloce), per apprezzare appieno la bellezza della solitudine, la maestosità dei paesaggi, il silenzio che mi circondava.

Inoltre, un viaggio impegnativo come quello che sto preparando, rende molto difficile trovare un compagno di viaggio adeguato.
Dovrei trovare un altro motociclista preparato ad affrontare un simile percorso; preparato fisicamente, tecnicamente, ma soprattutto mentalmente. E non è semplice. Dovrebbe inoltre avere la necessaria disponibilità di tempo. Infine, cosa più difficile di tutte, dovrebbe avere la mia stessa concezione del viaggio, la mia medesima voglia di macinare chilometri; percorrere 1.000 chilometri al giorno, per giorni di seguito; non fermarsi per ore, oppure fermarsi cento volte in una giornata per scattare foto, visitare qualcosa.

E’ difficile viaggiare in gruppo (anche solo in coppia, con due moto); è necessaria una perfetta sincronia dei tempi; oppure, inevitabilmente, è uno dei due che detta i tempi, sta avanti (se non fisicamente, almeno mentalmente), decide le soste, le tappe, le modalità del viaggio. Certo è difficile viaggiare con me.

Da solo quindi, pur consapevole dei rischi che questo comporta. Riguardo ai rischi, per la verità, non credo che viaggiare in solitaria sia, sotto certi aspetti, più pericoloso che viaggiare in 2 (o più) moto. Infatti, se sono solo, c’è soltanto una moto che si può rompere, una sola persona che si può far male. Se siamo in 2, ci saranno 2 moto che potranno avere problemi meccanici e 2 persone che ne potranno avere di salute. Se il problema (meccanico o di salute) è grave, serve a poco essere in compagnia; se grave non è, lo risolvo da solo.

Certo, resta l’aspetto psicologico, il dover affrontare gli imprevisti, in un ambiente sconosciuto, isolato, a volte ostile, da soli, senza il conforto di un amico. Ma questo problema, appunto, è soprattutto psicologico e l’ho superato da tempo: una delle cose che non mi spaventa, è stare da solo per lunghi periodi in luoghi lontani.

3) Senza assistenza. Alcuni hanno girato il mondo … con furgone di assistenza al seguito. E’ una formula usata anche per viaggi non estremi, magari in gruppo. Un furgone segue la moto (o le moto), pronto a intervenire in caso di bisogno (malore, guasto), eventualmente fa le riprese foto-video, magari trasporta anche i bagagli, in modo da viaggiare più leggeri.

Comodo, certo. Più sicuro, forse. Ma non fa per me. Non viaggio in moto per cercare comodità; avrei scelto un altro mezzo di trasporto. Non viaggio in moto per cercare sicurezza. Viaggio in moto perché mi piace, perché è un mezzo ideale per entrare in rapporto con i paesi, i popoli, i territori attraversati: il “veicolo perfetto”, da questo punto di vista.

Viaggio in moto perché voglio trarre solo dalla moto, e da me stesso (oltre che ovviamente dalle risorse locali), quello che mi serve per portare a termine il viaggio. Sono io e la mia moto che viaggiamo; non un secondo autista, una hostess, un cameriere, un portabagagli, un servizio di prenotazione alberghiera, un meccanico pronto a intervenire. Io e la mia moto, sulle strade del mondo.

Quindi niente assistenza al seguito. Inoltre niente punti di assistenza programmati lungo il percorso; non voglio avere alcun vincolo. Dovrò trovare da solo tutto quello che mi servirà.


3.1 FINALMENTE SI PARTE!

E’ il 10 giugno.

I bagagli li finisco all’una di notte. Non si dovrebbe fare, è sempre meglio partire dopo aver ben riposato, ma sono stati tanti e tali gli inconvenienti prima del viaggio, che ho finito la preparazione proprio all’ultimo momento; e, per i motivi già spiegati, non posso permettermi di rinviare la partenza nemmeno di un giorno: sarebbe troppo pericoloso per le date ravvicinate di alcuni visti.

A proposito di bagagli: il viaggio è lungo, certo, ma, guardando la moto, per un attimo ho il dubbio di averla caricata troppo.

Ecco come ho sistemato il tutto:
- baule posteriore centrale, kg 13 (effetti personali, carte, guide, caricabatterie di tutti i tipi);
- valigia sinistra (pezzi di ricambio moto e qualcos'altro), kg 8;
- valigia destra (cibo, fornello e qualcos'altro), kg 6,5;
- sella posteriore (materiale da campeggio, tanica di benzina e qualche maglietta), kg 16;
- altre cose sparse nei vari portaoggetti della moto.

Totale bagagli kg 44 circa.

Ma cosa sono 44 kg per una Gold Wing? Ben poco; è il vantaggio di guidare moto pesanti e con notevoli capacità di carico. In fondo è meno che partire con un passeggero, e io viaggio da solo!

La mia moto pesa, in ordine di marcia, 405 kg secondo il libretto, 470 con tutti gli accessori montati e il bagaglio che mi porto dietro normalmente. Sono quindi ad un totale di oltre mezza tonnellata, che, con me, diventano quasi 600 kg (peso 76 kg, più i vestiti).

Ho comunque prestato molta attenzione nel caricare il tutto: la moto è ben bilanciata e i bagagli posti al di fuori delle borse rigide (sulla sella) sono ben legati e in grado di resistere (senza spostarsi) alle prevedibili sollecitazioni della strada. Vista la lunghezza del viaggio, ho preferito utilizzare (invece dei soliti elastici) delle cinghie con tensionatore, più robuste e sicure.

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