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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 9

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
Conclusioni
Ringraziamenti
Motoguida

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11.6.2011 - sabato - giorno 9
Novosibirsk (6.50) [+5]
Novosibirsk (12.31) [+5]
km 153
viaggio h 5.41, guida h 2.38

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

Eugeniy mi accompagna presto al parcheggio dove abbiamo lasciato la mia moto (lo stesso dove tiene la sua). Lui partirà per il finesettimana nell'Altaj (oggi è sabato), dove mi ha invitato ad andare con lui quando passerò al ritorno.
Ci salutiamo nel parcheggio, dove gli do appuntamento tra un mese, al mio ritorno dal Giappone:


Esco da Novosibirsk utilizzando la circonvallazione, ancora non completata, ma che mi permette di evitare in gran parte il traffico della grande città, anche se è sabato mattina presto (le 6.50).
Il tempo promette brutto e infatti dopo un po' comincia a piovere, ma la circonvalazione è in buone condizioni (e vorrei vedere: appena costruita!). Non così invece la vecchia strada per Kemerovo, su cui mi immetto dopo 30 km e 40':


La strada è insidiosa: non piena di buche o avallamenti molto pronunciati, ma con alcuni lavori in corso, un leggero strato di sporco appena smosso dalla pioggia (non forte) iniziata da poco, con dei koleyni (avallamenti longitudinali, provocati dal cedimento dell'asfalto a causa dei TIR, delle gomme chiudate e del gelo invernale) non molto accentuati e che, proprio per questo, a volte posso sfuggire o trarre in inganno.
Comunque sbaglio a non rallentare abbastanza, decelerando solo a 80 km/h, dai soliti 90.
La strada è trafficata di TIR, come spesso in Russia nei pressi della grande città (e Novosibirsk è la più grande città della Siberia):


Racconto ora l'episodio in gran parte con le stesse parole usate nel topic del viaggio in diretta (anche le foto sono, almeno alcune, quelle pubblicate quel giorno stesso).
Sono partito da 1h20' e 75 km e sono sulla strada per Kemerovo. Piove, non forte, ma insistente.
Ho da poco notato che il problema notato ieri (a bassa velocità con le marce alte il motore borbottava e stentava a riprendere) sembra scomparso: che le candele si siano asciugate?
Comunque, non faccio in tempo a gioire.
Come scritto sopra, avevo rallentato per la pioggia, ma non è bastato. A 80 kmh, la ruota anteriore si infila in uno dei soliti solchi provocati dal continuo passaggio delle ruote del TIR (koleyni) e dalla cattiva qualità della strada.
Improvvisamente la ruota anteriore "parte". Sono preso di sorpresa, non me lo aspetto.
Forse dovrei frenare con decisione col posteriore, per cercare di far tornare in assetto la moto, ma avviene tutto rapidamente; troppo rapidamente.
Ho appena il tempo di far coricare "dolcemente" la moto sul lato sinistro e, appena tocca l'asfalto col fianco, la lascio andare.
Io e la moto scivoliamo per qualche metro, fianco a fianco: io indosso, sopra i jeans e il giubbotto traforato con protezioni morbide, il solito antipioggia in goretex KlimaKomfort bmw (giacca e pantaloni), stivali e guanti traforati misto pelle.
Con un occhio controllo lo scivolamento della moto (per evitare che mi finisca addosso) e con un altro cerco di capire dove finirò io.
Cerco con mani e piedi di direzionare la mia scivolata: per la moto ormai non c'è più niente da fare, devo solo sperare che le vada bene e il destino le sia favorevole.
Entrambi finiamo sul lato opposto della carreggiata: sono stato fortunato, perchè in questo momento nessuno proviene dalla corsia opposta (strada a 2 corsie): siamo in Siberia, ma questa è la strada principale (la M51) e non siamo lontani da Novosibirsk, la città principale della Siberia.
Realizzo ben preso che io e la moto (che ormai fortunatamente è 2/3 metri avanti a me), finiremo nel fosso che è accanto alla strada. Sembra erba: bene.
Io cado nel fosso, ampio, e finisco ben presto la mia scivolata. Ora gli occhi sono tutti per lei e attendo, con ansia, che accada l'inevitabile.
E l'inevitabile accade.
Infatti, appena la moto mette le ruote sull'erba, il maggiore attrito fa sì che smette di scivolare sul lato sinistro, si "impunta", si raddrizza per un attimo e cade sul lato destro; ma, a causa della forza del ribaltamento, come temevo, si ribalta completamente e fa un giro su sè stessa. E il danno, in questo caso, è assicurato.
Mi rialzo, guardo un attimo me stesso: nulla, solo sporco: guanti e stivali hanno fatto il loro dovere e sono ancora integri (solo sporchi): mi hanno protetto dall'erba e soprattutto dall'asfalto. L'antipioggia è molto sporco, ma sembra ok (noterò dopo 2 piccoli tagli nella giacca).
Mi tolgo il casco (integro anche'esso) e corro verso la moto.
Danni notevoli, pezzi di carrozzeria sparsi in giro, il parabrezza a pezzi, il baule posteriore si è aperto e la borsa è finita per terra..
Cerco di raddrizzarla, ma il terreno in forte pendenza (sono in un fosso) me lo impedisce.
Si fermano subiro un paio di auto e scendono 3 russi che mi aiutano.
Riusciamo a raddrizzarla ma il problema ora è portarla su, oltre il fosso, sulla strada.
Spiego ai russi (a gesti) che la moto pesa mezza tonnellata e gli appigli sono pochi.
Accendo il motore: la moto parte.
Cerco, con la moto dritta, di risalire il fosso, ma la ruota posteriore slitta nella terra e non ce la faccio. I russi legano davanti una cinghia di traino e tentano di tirarmi su, legandola all'auto; ma li avviso subito che l'angolo non è corretto (per trainarmi correttamente dovrebbero mettersi di traverso alla strada e sarebbe pericoloso per l'intenso traffico) e infatti cado con la moto un paio di volte nel tentativo.
Infine torno al primo sistema e, con l'aiuto del motore della moto, dosando il gas e derapando da matti con la ruota posteriore nel fango della scarpata, e con l'aiuto dei russi che, in 3, si mettono a tirare la moto (dovevate vedere le loro facce nello sforzo!), riesco a tornare sulla strada:

Ecco i danni:

Il fosso dove sono caduto:

Manca qualche pezzo:

Il parabrezza rotto:

Puzzle di pezzi rotti del parabrezza:

Lato sinistro:

Il luogo dell'incidente: Pochi minuti dopo la caduta, smette di piovere!

Ringrazio i russi e telefono a Eugeniy, il mio amico di motociclista di Novosibirsk. Lui oggi parte per l'Altaj, ma mi ha detto, mi sembra, verso le 10: manca circa mezz'ora, forse ce la faccio.
Nell'attesa di Eugeniy controllo i danni e recupero i bagagli (nella botta il baule, oltre ad essersi spaccato il coperchio, si è aperto, rompendo entrambe le serrature, e la borsa principale dei bagagli contenuta nel baule, quasi 10 kg, è volata via nell'erba).
1) Manubrio storto; o, peggio, la forcella.
2) Il pezzo inferiore del parabrezza è a pezzi.
3) I due specchietti sono volati via, danneggiati nei supporti: li recupero. Uno è anche rotto nel vetro.
4) Leva frizione rotta (riesco a tirarla con 2 dita).
5) Plastiche varie di pezzi di carrozzeria, a pezzi, ma non essenziali.
6) Il coperchio del baule posteriore è rotto e non chiude (sono rotte anche le serrature).
7) Un paio di portabandiere rotti o piegati.
8) Le due antenne piegate ma soprattutto con le basi rotte; un'antenna penzola pericolosamente indietro.
9) Roba varia secondaria.
Eugeniy arriva con la sua moto dopo poco più di un'ora.
Carichiamo i bagli in parte sulla mia moto e in parte sul suo gs e torniamo a Novosibirsk.
Durante il tragitto voglio verificare le condizioni della moto: il manubrio è talmente storto (il lato sinistro è rientrato dietro di circa 25°) che per andare dritto devo sporgermi tutto aventi al braccio destro e tenere il sinisro vicino al corpo. Guido con la moto in quelle condizioni per quasi 80 km, dal luogo dell'incidente al meccanico, e ho l'impressione che meccanicamente la moto sia a posto: nessun rumore strano, nessuna vibrazione; tocco a volte anche i cento orari, e, a parte l'aria che mi investe (sono senza parabrezza, legato dietro; sensazione strano per me abituato a guidare supercarenato), nulla di strano.
Eugeniy mi porta a un meccanico di Novosibirsk. E' un grosso rivenditore plurimarche, soprattutto le 4 giapponesi e sembra con un'attrezzata officina (almeno così mi assicura Evgeniy).
Spiego loro la situazione: "Io devo andare in Giappone; se mi riparate la moto presto e bene (anche con lo scotch per la parti solo estetiche), io ci vado; se invece tardate o la riparazione non è funzionalmente quasi perfetta, sono costretto a tornare in Italia."
Credo che abbiano capito, perchè lavoreranno anche domani, domenica.
Noto (e faccio notare al meccanico) che il manubrio non si è spostato di un millimetro dal suo alloggiamente sul piantone di sterzo (ci sono i segni fatti col pennarello), quindi, a meno che le forcelle si siano storte (dubito, visto che non ho notato vibrazioni) dovrebbe "solo" essersi piegato uno dei due lati del manubrio (o entrambi).
Non so in che materiale metallico sia il manubrio, ma, alla mia domanda al meccanico se si possano ripare, lui risponde con un eloquente "may be", cioè può essere ma può pure non essere.
In ogni caso, non c'è tempo per ordinare i pezzi di ricambio: la moto va riparata qui, con quello che si ha.
Effettuata la riparazione, se valida e rapida, continuo per il Giappone; se non rapida o non valida, torno a casa, a costo di guidare col manubrio storto per 7.400 km.
Quello che mi preoccupa di più è lo sterzo e lo specchietto destro; un po' anche il baule e il parabrezza. Per il resto, nessun problema; fosse stato solo quello avrei messo del nastro adesivo e avrei continuato subito, senza nemmeno tornare a Novosibirsk.
Lascio la moto dal meccanico e Eugeniy mi riaccompagna a casa: ha rinunciato per aiutarmi alla sua vacanza nell'Altaj, ma si vede che è felice di aiutare un amico: sarò suo ospite per tutto il tempo necessario.
A casa di Eugeniy, penso all'accaduto, informo gli amici via internet e cerco una spiegazione.
Forse è stato un insieme di circostanze: la pioggia, i solchi nella strada, l'asfalto appena messo (c'erano dei lavori in corso, e, anche se non hanno rifatto completamente la strada ed eliminato quegli infidi solchi, alcuni tratti li hanno riasfaltati), il caldo che tende a "liquefare" l'asfalto di non eccelsa qualità; sarà stato, forse, un insieme di tutte queste circostanze, forse mi sono anche distratto, o semplicemente doveva succedere.
Comunque è successo, e adesso l'obiettivo è uno solo : ripartire al più presto e nelle migliori condizioni possibili.
Il viaggio continua!
La sera vengono a trovarmi due winger del locale Gold Wing Club (non credevo ci fossero tante Gold Wing qui a Novosibirsk!) e si offorno di aiutarmi a trovare dei pezzi di ricambio per la mia moto, se domani non riuscirò a ripare i pezzi necessari rotto.
Un motociclista non è mai solo!


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