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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 44

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
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Motoguida

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16.7.2011 - sabato - giorno 44
Birobidzan (6.36) [+9]
Sbega (21.25) [+8]
km 1.443
viaggio h 15.49, guida h 13.54

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

Quando mi sveglio (come spesso, prima dell'alba), vedo dalla finestra dalla mia camera dell'albergo-"camping" una bisarca che trasporta auto e una moto. Guardo la moto con curiosità: una custon (non individuo il modello esatto a causa della scarsa luce), carica di bagagli; questo mi fa pensare alla moto di un viaggiatore che ha avuto un problema o forse se la sta spedendo per risparmiarsi tutti questi chilometri di Siberia e arrivare poi, bello fresco, alla sua destinazione. Dovrebbero pagarmi per fare una cosa del genere!


Oggi ho davanti un bel po' di strada fare e si tratta della strada più isolata di tutto il mio percorso in Russia.
Parto 16' dopo l'alba, alle 6.36; per la verità, il sole ancora non si vede, ma il mio gps dice che c'è e... mi fido.
L'inizio non è dei più promettenti, ma bisogna pur cominciare. Nebbia.


Rallento e sto attento ad eventuali ostacoli: il traffico però è scarso (e ci credo! Chi vuoi che giri qui adesso!).
La Siberia però (o meglio, il Far East, come è chiamata questa parte orientale della regione storica della Siberia) mi regala dopo un po' il sole,


ma dura poco.


Comunque ad un certo punto la nebbia sparisce definitivamente, e percorro l'ultimo tratto di strada "vecchia" (cioè la prima ad essere completata in questa regione).
Qualche lavoro in corso (ma chi aveva detto che la strada è finita?!), che mi mettono un po' in difficoltà (ma meno che all'andata: che sia diventato bravo sugli sterrati?), soprattutto nelle pietraie,


e finalmente arrivo al tratto di strada in buono strada.
E qui ignoro completamente i limiti di velocità!
In tutta la Russia il limite massimo di velocità è km/h 90 (quando non inferiore, ovviamente), a parte forse alcune limitate autostrade nella parte occidentale, dove è un è superiore. E in Russia non si scherza con i limiti, perchè la polizia difficlmente perdona (ai locali e agli stranieri, anche se quest'anno ho notato mi ha dato meno fastidio). Ma qui, nel "lontano est" quasi disabitato, dove si può procedere per ore senza vedere una costruzione o una persona, dove il paese più vicino (magari un villaggio) è chissà dove, ammesso pure che un poliziotto si nasconda dietro un albero, poi quanta strada dovrebbe fare per tornare alla base e a casa? In pratica non si vede polizia e questo, se da una parte mette un po' in apprensione se si pensa a possibile cattivi incontri, d'altra parte dà molta "libertà".
Io non ho mai fatto mistero che non sopporto i lmiti di velocità: sono ideologicamente contrario ai limiti e credo che almeno in alcune (non poche) situazioni, non dovrebbero proprio esistere (p.e. come in molte autostrade in Germania). Qui, quindi, do gas senza alcun vincolo che non sia il MIO buon senso e la MIA prudenza.
Mi impongo, comunque, di non superare i 130, ma soprattutto per preservare la moto da possibili stress meccanici: è vero che non dà (nè ha mai dato in viaggio) alcun segno di sofferenza, ma preferisco non rischiare, visti tutti i chilomdetri che devo ancora percorrere.
Inoltre una certa prudenz è d'obbligo perchè è vero che la strada è ottima, ma ogni tanto si incontrano dei tratti di lavori in corso e, soprattutto, delle piccole buche o avvallamenti. Di questi ultimi ne prendo un paio, e vi assicuro che è "strano" sentire mezza tonnellata di moto sollevarsi (sia pure di poco) dal terreno e sentirla ricadere con le sospensioni che sembrano gridare "ma cosa mi fai fare"?!
E' bellissimo! Centinaia e centinaia di chilometri quasi senza nulla, senza incroci, senza paesi. Foreste, fiumi, praterie. Un bellissmo nastro d'asfalto, che va su e già sulle colline e montagne con ripide pendenze, spesso con una terza corsia centrale per chi sale. Ed è bellissimo, quando raggiungo quesi pochi veicoli, "bruciarli" nelle salite; devo solo stare attento a non raggiungerli troppo velocemente o rischio di tamponarli.
Ma è la natura la cosa più bella; centinaia di chilometri di terra vergine, dove l'unico segno dell'uomo è la strada che ho sotto le ruote.
Far East.
                                                                                      

Costante presenza, i cartelli che cadenzano la distanza per Cità, la grande città dove prevedo di arrivare domani. Cartelli a 4 cifre.


Entro nella provincia (oblast) dell'Amur. Curiosa la precisione del gps: pochi secondi dopo il cartello... cambia l'ora sullo strumento. Ho infatti guadagnato un'altra ora, andando verso ovest. Sì, questa sarà proprio una giornata lunga!


Ogni tanto incontro cartelli di cui ignoro il completo significato.


Oltre 30°. Non credevo di trovare tanto caldo pure qui.
Arrivo a un motel: ho fatto km 991 da stamattina, il motel sembra confortevole, il prossimo è a km 450 (lo so perchè all'andata l'ho segnato); tutto porterebbe a concludere che la decisione più ragionevole e prudente sia fermami qui. Perchè dovrei sottoporre il fisico all'ulteriore sforzo di 5 ore di guida? Perchè dovrei rischiare di guidare quasi fino al tramonto, in una zona pressocchè deserta e priva di risorse? Perchè?
Perchè mi va! Perchè non viaggio in moto per fare la cosa più giusta, logica, prudente. Vado in moto perchè mi piace. E oggi (non solo oggi), mi va di continuare, mi va di portare questa tappa al limite, portarci (al limite) anche la moto e l'uomo.
Continuo: sono le 17.26 e ho davanti a me km 450 di "nulla".
Dopo pochi chilometri raggiungo il bivio da dove parte la lunga strada per Magadan (più a nord, non praticabile da moto come la mia).
Continuo verso ovest.
E' uno dei momenti più belli del mio viaggio. Una lunga, esaltante, cavalcata verso ovest, verso il sole che si abbassa sempre di più.


Un pieno (in un luogo già segnato all'andata) e continuo. Montagne e foreste.
Ad un certo punto il cielo si rannuvola, ma riesco a passare in un varco di sole e resto asciutto, mentre vedo il temporale che si scatena sulle vicine montagne.


Ormai la strada è in ombra, ma stimo che manchi poco.


E infine, eccolo lì, lo sperduto albergo, lo stesso dove mi sono fermato esattamente un mese fa.


Sono le 21.25 (4 ore meno un minuto dalla mia decisione di continuare: sono in anticipo di 1 minuto rispetto alla stima). Oggi ho guidato per km 1.443 e 16 ore (contando il cambio dell'ora, di cui quasi 14 di guida).


La moto è quasi in riserva, ma ora è tardi, farò il pieno domattina, tanto il distributore è qui davanti all'albergo. Vado a cena e a dormire.

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