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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 12

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
Conclusioni
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14.6.2011 - martedì - giorno 12
E Krasnoyarsk (6.11) [+6]
Usol'e Sibirskoe (21.42) [+7]
km 941
viaggio h 14.31, guida h 12.44

Gps Garmin
GPX
Google Earth


Fotoalbum del giorno

Alle 5 vedo l’alba dalla finestra della mia camera e alle 6 sono già nel parcheggio.


Oggi dovrò superare il tratto dove sono presenti la maggior parte dei residui sterrati del percorso dall’Europa a Vladivostok.
Per i primi chilometri c’è ancora un po’ di nebbia, ma non fitta come gli altri giorni. La strada varia da fondo buono a pessimo, a seconda di quanto tempo è passato dall’ultima (seria) manutenzione.
Passo Kansk, con una circonvallazione che compie un giro strano. E’ proprio assurda: provengo da sud-ovest, devo andare a est (c’è una sola strada) e la circonvallazione aggira la città da nord ovest! Tra l’altro in alcuni tratti è in pessime condizioni, tanto da far rimpiangere l’attraversamento cittadino; me la ricordavo così dal viaggio di due anni fa, ma pensavo fosse migliorata; al ritorno passerò dal centro.


Ora verso Tayshet: gli sterrati non dovrebbero essere lontani. Infatti arrivano: non sono come due anni fa, un tratto di circa 200 km quasi continuo; sono diversi tratti, alcuni di pochi km, altri più lunghi. Difficile quantificarli: circa 100 km in totale, forse qualcosa meno.
Si va da una strada in terra battuta piuttosto facile (se non piove)


a tratti dal fondo più duro (spesso con lavori in corso)


ad altri, i più insidiosi (soprattutto per moto come la mia) con fango (e per fortuna in questo momento non piove, altrimenti sarebbe peggio) o segnati dalle ruote dei TIR:
                                                                        

A volte vedo accanto allo sterrato che mi tocca percorrere, la nuova lingua d’asfalto, bellissima ma inarrivabile, perché non ancora aperta al traffico (chissà se al ritorno troverò nuovi tratti asfaltati).
Comincia a piovere e quindi la strada diventa più insidiosa. Per fortuna riesco a raggiungere il tratto in cui ricomincia l’asfalto e mi rilasso un po’. Mica tanto però, perché anche l’asfalto (mi ricordo la caduta di Novosibirsk) è comunque insidioso. Ancora 5.000 km per Vladivostok:


Ogni tanto un passaggio a livello, che in Russia sono “rinforzati”; non ci sono semplicemente le sbarre, ma dei pannelli metallici che si sollevano dalla strada: impossibile passare.


La giornata si conclude tranquillamente, con sole e strada discreta:


Qualche ultimo lavoro in corso con relative deviazioni e terra (ma pochi km) e, vista l’ora, decido di fermarmi un po’ prima di Irkutsk. Un po’ mi dispiace, avrei voluto passare anche quest’anno dal Bikers club locale, che mi accolse bene durante il viaggio in Mongolia, ma preferisco non arrivare a Irkutsk al buio. Anche perché la sosta in quella città comporterebbe un allungamento del percorso e dei tempi: domattina taglierò Irkutsk con un percorso che mi porterà direttamente verso il lago Baikal.
Sono ormai le 21.42 quando trovo un albergo nella cittadina di Usol'e-Sibirskoe: solo il giorno in cui sono arrivato in Russia ho fatto altrettanto tardi. Ma il sole tramonta alle 22.30, quindi nessun problema.
La cena è molto frugale perché non trovo ristoranti in giro e anche gli alimentari ancora aperti sono talmente poveri di viveri che trovo pochissima scelta.
Pazienza, farò una colazione abbondante domani.

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