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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 42

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
Conclusioni
Ringraziamenti
Motoguida

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14.7.2011 - giovedì - giorno 42
Vladivostok (14.46) [+9]
Kiroskiy (20.35) [+9]
km 318
viaggio h 5.49, guida h 5.14

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

Oggi è il giorno buono, DEVE esserlo.
Ultime pratiche doganali in mattinata e il pomeriggio Yuri ci accompanga (io e Luc) in dogana.
Paghiamo (caro): quasi 100 euro alla dogana e altri 100 a lui (da tenere presente che altre tasse erano già state pagate quando avevo comprato il biglietto del traghetto). A me la tassa doganale costa qualcosa di più rispetto al TransAlp di Luc perchè la mia moto supera i kg 400 (o 300?).
Provo a trattare un po' sui 100 euro all'agenzia (facendo notare che le pratiche le ha svolte insieme per le due moto), ma Yuri è irremovibile. Va bene, andiamo alle moto.
Le moto nel parcheggio della dogana, coperto. Sembra tutto a posto.
Finalmente riho la mia moto!


Carico i bagagli, ma la moto non parte. Attimo di smarrimento. I soliti controlli; senbra tutto a posto, ma, quando premo il pulsante di accensione, non succede nulla, non si sente assolutamente nessun rumore.
Che "bello": riprendo la moto dopo 3 giorni, sono a oltre km 13.000 da casa e la moto non parte!
Cerco di trovare la causa e procedo per esclusione.
La batteria? Non credo, le luci si accendono.
L'alternatore? No, il voltmetro segna che carica.
Il motorino? Improbabile, visto che non sento assolutamente nulla, quindi immagino che la corrente proprio non arrivi al motorino.
Un relè? Ricordo che una volta mi capitò di avere un relè difettoso (uno di quelli grossi sotto la sella), che a volte faceva contatto e a volte no, mi sembra che il meccanico lo chiamasse "eccitatore"; in pratica è quello che dà il consenso all'avviamento; difficile trovare il ricambio, perchè è un pezzo particolare, non un normale relè.
Non potendo fare altro, do dei colpetti sotto, tra motore, motorino e alternatore; un po' qui e un po' lì: male non fa. E la moto parte. Speriamo bene!
Sul parabrezza ci sono delle strane scritte, fatte, immagino, dal personale della dogana per catalogare il veicolo; inizialmente mi preoccupo un po', ma poi vedo che si cancellano senza problemi.
Luc mi dice che lui partirà con comodo, domattina. Io non esiste che resto anche solo altri 5 minuti in questa città: parto subito, dove arrivo arrivo stasera; ma voglio muovermi. Anche se minaccia pioggia.
Saluto Luc, che sta rimontando le borse sulla sua TransAlp, appena scesa dalla pedana usata nel trasporto aereo.


Via, via!
Sono a Vladivostok, davanti alla mitica stazione terminale della Transiberiana. Inizia il ritorno! Oltre km 13.000 a casa!


L'uscita dalla città è lo stesso inferno dell'entrata (25 giorni fa): lavori in corso continui, per decine di chilometri; per fortuna non piove.
All'uscita dalla città mi fermo a prendere fiato. C'è una colonna che credo indichi il limite di Vladivostok.
Alcuni russi si fermano subito per foto ricordo.
                                                        

Poi comincia a piovere. Sto molto attento, perchè qui la strada è piuttosto vecchia e malridotta (oltre che trafficata). Voglio fare un po' di strada, per allontanarmi il più possibile da Vladivostok; tanto il sole tramonta tardi, alle 21.52.
Quando mi allontano un po' dalla città (bastano poco più di 100 km) già cambia il clima, finendo quell'insopportabile umidità che avvolge quella città sul Pacifico.
Sono partito tardi, alle 14.46; guido fino alle 20.35, riuscendo a fare km 318.
Mi fermo in un albergo nel paese di Kiroskiy, sul fiume Ussuri (che da poco più a nord segna per circa km 400 il confine con la Cina).
Non è un albergo sulla strada e devo girare un po' nel paese per trovarlo, comunque va bene. La camera è da tre e la titolare dell'albergo mi avvisa che potrei doverla dividere, a meno che non la voglia pagare tutta.
Non fa niente, le dico io, se viene qualcuno dagli pure il letto, basta che non faccia troppo tardi che voglio dormire.
Più tardi (ma non troppo) arriva un operaio coreano.
Domani voglio fare molti chilometri.

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