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Sei in: MOTO - ITALIA GIAPPONE E RITORNO - DIARIO DI VIAGGIO - GIORNO 28

ITALIA - GIAPPONE E RITORNO
3.6/31.7.2011 - km 33.876

Andata
10 11 12 13 14 15 16 17 18  
Corea
19 21 22 23 24 25 26 27 28  
Giappone
29 30 31 32 33 34 35 36 37 38

(Altaj: 49/51)

 
Ritorno
39 40 41 42 43 44 45 46 47 48 49 50 51 52 53 54 55 56 57 58 59
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30.6.2011 - giovedì - giorno 28
Samcheok (9.05) [+7]
Donghae-traghetto (11.10) [+7]
km 100
viaggio h 2.05, guida h 1.44

Gps Garmin
GPX
Google Earth

Fotoalbum del giorno

Oggi ho pochissima strada da fare: Donghae è appena 9 km a nord e devo trovarmi lì a mezzogiorno, per poi imbarcarmi sul traghetto per il Giappone.
Ma non spreco un giornata per fare solo 10 km. Innanzitutto guardo il tempo: bene, è uscito il sole, anche se il cielo è ancora nuvoloso, dopo il violento temporale che si è scatenato ieri pomeriggio, poco dopo il mio arrivo in albergo.
Il giro in Corea è andato bene, interessante e senza ritardi, nonostante 3 giorni completamente di pioggia, 1 di “transizione” e solo 2 (con oggi 3) di “non pioggia”. Comunque, trovare in una settimana di fine monsoni solo metà dei giorni di pioggia non è male e posso ritenermi soddisfatto.
Guardo la cartina cercando di capire dove potrei andare. Non c’è molta scelta: a sud no (ci provengo), a nord nemmeno (ci sono stato il primo giorno), a est non se ne parla (c’è il mare), non resta che l’ovest, cioè l’interno.
Individuo un strada che sale tra le montagne, fino alla città di Taebaek. Purtroppo non riesco a costruire un percorso ad anello, quindi dovrò rientrare sulla costa dalla stessa strada, salvo una piccola variazione alla fine.
Bene, è deciso; aspetto un po’ che le strade si asciughino dalla pioggia della notte e parto verso le 9.
La strada è ottima, non molto trafficata e sale lentamente tra le montagne, prevalentemente lungo la valle di un fiume.


Passo accanto a un tempio che sembra interessante: decido di fermarmi al ritorno, in modo da essere più tranquillo con i tempi per il traghetto.
Un simpatico passaggio a livello interrompe il mio procedere; strano, credo sia il primo passaggio a livello incontrato in Corea. Perché simpatico? Non lo so, ma questa è la sensazione che provo; sarà per i segnali multicolori, per il fatto che come al solito risalgo la fila piazzandomi avanti, per i sorrisi dei coreani che mi salutano o… perché proprio nel piazzale accanto alle sbarre c’è un bar dove faccio colazione. A pancia piena tutto è più “simpatico”.


Finisco la colazione proprio mentre le sbarre si alzano e quindi riparto.
Arrivo a Taebaek, a quota m 800:


La città non è particolarmente interessante, completamente moderna; meglio i dintorni. Esco dalla città, per questi ultimi chilometri in terra coreana.
Per fortuna il tempo regge: solo nuvoloso, ma generalmente il sole illumina la strada.
Simpaticissimi, come al solito, i fumettistici segnali stradali coreani.


Arrivo al tempio visto all’andata.
                                                                                  


Interessanti dei tronchi di legno posti di fronte all’ingresso; la targa dice “silicified wood”, con accanto il numero 4.400 e la parola “Indonesia”; credo quindi di tratti di tronchi di legno silicizzato (cioè fossile), vecchi di 4.400 anni proveniente dall’Indonesia.
                                                                                             

Rientro al porto con un'ora di anticipo, ma non voglio rischiare contrattempi.
Parcheggio la moto di fronte all’ufficio della compagnia marittima e disbrigo le pratiche burocratiche: nulla di paragonabile alla Russia, ma qualche carta c’è anche qui. Arriva un tedesco su una BMW GS800:
                                                                                 

Hans è diretto in Germania e proviene dagli USA, dove viveva, con un volo della linee aeree coreane fino a Seul. E’ riuscito a trovare un volo per trasportare la sua moto con meno di 1.500 dollari: un ottimo prezzo. Certo, si tratta di un moto che pesa meno della metà della mia (e ha un volume ancora inferiore), è un volo da est a ovest e non passa dal Giappone, ma è comunque un volo che permette di attraversare l’oceano Pacifico, cosa cui ho dovuto rinunciare per gli alti costi, non potendo quindi realizzare il giro del mondo che avevo progettato e costringendomi a rientrare, dopo il Giappone, per la stessa strada dell’andata, via terra.
Il tedesco si imbarcherà per Vladivostok con la mia nave (non oggi, naturalmente, perché è diretta in Giappone, ma tra qualche giorno, quando tornerà, diretta in Russia).
Imbarco la moto nel traghetto (stavolta guido io, non come in Russia) e la affido ai marinai che la legheranno (oppure no, visto come era sistemata la volta precedente); davanti a me noto altre 2 moto: una vecchia Yamaha Venture 1300 (mi sembra) e una Gold Wing 1800, di cui però non vedo i proprietari.


La nave parte alle 18; arrivo previsto in Giappone domani in tarda mattinata.
Lascio la Corea sotto un cielo nuvoloso, ma senza pioggia, come è stata la seconda parte della mia settimana in questa terra:


Un magnifico tramonto mi accompagna mentre esco dalle acque coreane: il “Sol Levante” mi attende, domani.


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